Sigilli di piombo

Come avviene per tutti i metalli, il degrado del piombo è un processo elettrochimico di ossidazione che, a causa dell’interazione tra metallo e ossigeno, in determinate condizioni di  temperatura ambientale, provoca lo sviluppo di una patina  sulle superfici degli oggetti. Tale strato di alterazione, sottilissimo, é costituito all’inizio da una miscela di ossidi che a contatto con l’anidride carbonica dell’atmosfera si trasformano in carbonati di piombo (cerussite o idrocerussite) ed in presenza di sostanze inquinanti può dare luogo alla diffusione di solfati (anglesite) o solfuri (galena).,
Spesso gli stessi depositi in cui i sigilli sono  conservati - così come i contenitori o le vetrine di esposizione - a causa della concentrazione di sostanze dannose, in condizioni ambientali assolutamente inadatte, facilitano l’azione corrosiva degli acidi.
Tra i parametri che favoriscono la corrosione attiva del piombo vi è anche il valore dell’umidità relativa; secondo i nostri studi, un tasso che si attesta attorno al 40% contribuisce a limitare sensibilmente il processo di degrado. E' evidente che, se non vengono modificate le cause che lo determinano, il processo di deterioramento, porta alla polverizzazione dell’oggetto, secondo processi evolutivi che variano da sigillo a sigillo.

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Sigilli di piombo. Tecnica di intervento mediante procedimenti chimici
Per tentare di porre un freno al degrado del piombo, in epoche passate, si usò trattare i sigilli con i consolidanti. Le bolle plumbee trattate con vernici protettive hanno avuto la peculiarità di resistere più a lungo alla corrosione di quelle non trattate; ma quando tali pellicole hanno perso il loro potere isolante e i vapori nocivi hanno ripreso il sopravvento, il fenomeno di degrado si è ripresentato. L’uso di vernici consolidanti, inteso come tentativo di conservazione, almeno palliativo, è comunque valido, ma ora,  il protocollo vero e proprio che la scienza chimica ci offre per la risoluzione di questa grave problematica é la cosiddetta riduzione elettrolitica, che utilizziamo affiancandola  ad altre metodiche, sempre basate su procedimenti di carattere chimico.
Lo scopo dei trattamenti é, in ogni caso,  la rimetallizazione delle parti soggette a corrosione, trattamenti  che permettono un adeguato consolidamento del metallo.
Utilizziamo anche  interventi  basati sull'immersione dei sigilli in sostanze che da un punto di vista elettrochimico, consentono  di restituire coerenza ai sigilli corrosi.
La bolla però, oltre ad essere un manufatto archeologico a sé stante qualora priva del documento, é normalmente vincolata al supporto scrittorio, mediante i cordoni di appensione. La presenza di fibre tessili crea non pochi problemi nella programmazione dell’intervento, perché i trattamenti chimici prevedono sempre l’immersione del sigillo in soluzioni potenzialmente dannose per i fili. Per ovviare a questi problemi abbiamo messo a punto  accorgimenti,  con  operazioni localizzate o interventi specifici di salvaguardia dei cordoni e dei supporti scrittori.
 
 

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